martedì 1 maggio 2012

VN - Risparmia benzina con un bicchiere d'acqua

E' la curiosa iniziativa di Toyota: un bicchiere d'acqua sul cruscotto per consumare di meno. E c'è anche un'app per iPhone.

L'idea di guidare con un bicchiedere d'acqua sul cruscotto potrebbe sembrare bizzarra. Ma se la Toyota vi dicesse che quell'unico bicchiere d'acqua potrebbe farvi risparmiare il 10% del vostro carburante? La compagnia giapponese sostiene l'idea che guidare come se quell'ipotetico bicchiedere dovesse rimanere sempre pieno, riduce significativamente il consumo di benzina. E per diffondere questo metodo alquanto sui generis di risparmio energetico, Toyota ha pensato bene di aprire anche un sito dedicato all'iniziativa: A Glass of Water.
In sostanza, come si riesce a tenere un bicchiere d'acqua sul cruscotto senza rovesciarlo? A meno che non andiate di fretta o siate in ritardo, dovrebbe essere abbastanza semplice. Accelerate con dolcezza, lasciate un bel po' di spazio fra voi e la macchina di fronte e frenate delicatamente.
Per aiutarvi a fare economia di carburante la Toyota ha anche creato un'applicazione iPhone dedicata, da mettere sul vostro cruscotto. Il simulatore vi restituisce, alla fine di ogni viaggio in macchina, quanta acqua avete fatto cadere dal bicchiere, il vostro percorso e una mappa su come migliorare lo stesso tragitto in futuro. I risultati sono automaticamente trasmessi al sito di Toyota e comparati con gli altri partecipanti all'esperimento "A Glass of Water".
La app per IPhone potete scaricalo qui:
  1. A Glass of Water
  2. A Glass of Water

VN - Le auto dai consumi record, oltre 2.500 km con un pieno

La caccia ai record è uno sport da autentici professionisti del… piede, ma non solo. Di recente una Ford Mondeo Econetic equipaggiata del sistema Start&Stop e di una trasmissione manuale ha viaggiato da Helsinki a Oslo per ben 2.536,4 km con un solo pieno di gasolio pari a 70,92 litri, segnando il nuovo record di consumo europeo. La Mondeo, equipaggiata con il 1.600 TDCi da 115 CV che come da dichiarazioni del costruttore dichiara un consumo medio di 4,3 l/100 km, è stata guidata da Knut Wulthil e Henrik Borchgrevink, due autentici spacialisti che nel avevano programmato un tentativo, non andato a buon fine. con questa vettura. Allora, alla fine dei 2.161 km percorsi in 38 ore tra Murmansk e Oslo, la media per i due norvegesi era risultata di 3,2 l/100 km. In questo secondo viaggio i due hanno corso ai ripari e per mantenere una velocità media di circa 70 kmh, ritenuta quella ottimale per bilanciare tempi di percorrenza e consumi, hanno scelto puntigliosamente l'itinerario che, comunque, prevedeva strade extraurbane aperte al traffico: alla fine la media del tragitto, durato 46 ore, è stata di 55,1 kmh. In termini assoluti di percorrenza, tuttavia, rimane comunque al top a livello mondiale il record ottento da una Volkswagen Passat TDI da 140 CV e ottenuto negli Stati Uniti dai coniugi Taylor, altri specialisti di receord che con un quantitativo analogo di gasolio hanno percorso 2.616,9 km. ll risultato, oltre ad essere eccezionale, conferma una volta di più il crescente interesse per le vetture a gasolio anche negli Stati Uniti. I coniugi Taylor, come di diceva sono degli specialisti nel settore, dal momento che hanno fatto segnare in anni di attività oltre 90 record di consumo in giro per il mondo, specializzandosi nella guida al risparmio. 
(C.Ca.)

VN - Auto ad aria, Tata ci prova

09/0572012

Il colosso indiano sostiene di essere a buon punto "per industrializzare un prodotto finito per il mercato nel corso dei prossimi anni", ma i dubbi sono tanti

Auto ad aria, Tata ci prova La bufala resiste ancora...
  • FOTO: le prime foto della Eolo
Ricordate la famosa auto con motore ad aria compressa? La storia sembra infinita perché ora la Tata Tata Motors (che nel gennaio del 2007 sottoscrisse con la Motor Development International del Lussemburgo un accordo per la produzione e la commercializzazione in India da parte di
Tata Motors di autovetture ad aria compressa con tecnologia MDI) annuncia ufficialmente che il progetto va avanti.

"L'accordo - spiegano infatti alla Tata - prevedeva due livelli di attività: una prima fase di trasferimento della tecnologia e di prova del concetto tecnico e una seconda di sviluppo dettagliato del motore ad aria compressa montato sull'autoveicolo. La prima fase di questo programma  -  prova del concetto tecnico su veicoli Tata Motors  -  è stata portata a termine con successo con il motore ad aria compressa montato su due autovetture Tata.

E la seconda fase di sviluppo? "Le due società - spiegano ancora alla Tata - stanno lavorando insieme al completamento dei dettagli di sviluppo delle tecnologia e dei necessari processi tecnici per industrializzare un prodotto finito per il mercato nel corso dei prossimi anni".

Insomma si fa sul serio. Ma il dubbio che si tratti solo di un'operazione di facciata messa in scena per gli azionisti rimane. La Eolo, infatti, la famosa auto ad aria compressa, fu presentata nel dicembre del 2001 al Motorshow di Bologna ed ebbe un successo clamoroso. Aprì un grande sito web all'indirizzo www.eoloauto.it che venne subissato di richieste di prenotazione.
Poi riuscì ad avere diversi milioni di euro di finanziamento dalla Ue per aprire diverse fabbriche in Europa, assunse 90 dipendenti in Italia (che finirono quasi subito in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto) ma non andò mai oltre la recinzione di alcuni terreni...

Su Repubblica - molto prima del debutto ufficiale dell'auto al salone bolognese - fummo i primi da dare la notizia, seguendo poi le diverse vicissitudini, che non portarono a nulla di fatto. Ma non per intervento dei colossi dell'auto, per volere dei marziani o per chissà quale altra strana congettura: la Eolo aveva un enorme problema di raffreddamento.

In pratica congelava tutte le tubazioni dell'aria compressa, rendendo la macchina inservibile: Guy Negre, il suo inventore, conosceva bene il problema, ma ha sempre pensato di risolvere il guaio prima dell'entrata in produzione. Cosa che (ovviamente) non ha fatto, e che ora tenta il colosso indiano Tata, che ha stretto un accordo con la ex Eolo. Vedremo con quali risultati. Alla stessa Tata, che ora sbandierano un velato ottimismo, quando nel 2007 strinsero l'accordo con la MDI svelarono che si trattava di un'operazione disperata, ma che vista la loro strategia di gruppo volevano tentare tutte le strade possibili.

Va detto poi che la tecnologia delle vetture mosse ad aria compressa non è infatti nuova (è usata nei carrelli delle miniere fin dagli anni Trenta), ma crea enormi problemi se si tenta si farlo funzionare su un'auto perché ci sono troppi problemi energetici/pratici impossibili da risolvere. La stessa aria per essere compressa, d'altra parte richiede energia, ovviamente.

L'auto ad aria insomma sta diventando una specie di tormentone e, in Italia, a inizio 2007, prima dell'intervento della Tata, finì addirittura in parlamento: "Eolo, l'automobile che funzionava ad aria compressa, che fine ha fatto? Perché è stata fatta sparire dalla circolazione dopo che erano stati installati gli impianti per la produzione?". E' quanto chiese il capogruppo della Lega in commissione Trasporti del Senato, Piergiorgio Stiffoni, addirittura con una interrogazione all'allora ministro dei trasporti Bianchi.
Fonte: www.repubblica.it